Cenni storici
La Riflessologia è una disciplina molto antica: i primi trattamenti furono eseguiti in Cina ed India nel 5000 a.C., dove si usava la pressione delle dita, eseguita su determinate parti del corpo, per influenzare i campi energetici dell’organismo. La pratica venne esportata verso l’Occidente grazie al medico greco Ippocrate.
Oggi è ancora molto diffusa, anche in Occidente, sebbene ne esistano molte scuole e tradizioni; una specializzazione più recente di questo massaggio è stata reinventata da William Fitzgerald, medico americano. Egli scoprì che esercitando una pressione su determinate zone dei piedi, per alcuni piccoli interventi si poteva evitare di ricorrere all’anestesia. Questa sua pratica fu usata, per esempio, dai dentisti. Così si sviluppò il metodo chiamato “terapia zonale“, che si incentrava sulla pressione, effettuata sul piede sia con le mani sia con altri strumenti. Il corpo venne quindi diviso in dieci zone, distinte da diversi flussi di energia, dagli alluci sino alla testa.
In Italia i due pionieri della ricerca riflessologica sono il Professor Giuseppe Calligaris (neurologo e docente presso l’Università di Roma dal 1910 al 1939) ed il Dottore Nicola Gentile. Nonostante l’indubitabile efficacia della riflessologia plantare, questa terapia è tendenzialmente ostracizzata dal mondo accademico e dagli ordinari canali della medicina.
Cos’è la Riflessologia Plantare?
A differenza di quello che in molti pensano, quando si parla di questo trattamento non ci si riferisce ad un semplice massaggio. La riflessologia plantare consiste in una vera e propria stimolazione dei cosiddetti “punti riflessi”, che sono zone che nella pianta del piede riproducono tutte le parti del corpo. Il piede viene ad essere una sorta di miniatura della persona stessa e riproduce, di conseguenza, i suoi problemi e le sue patologie.
I piedi sono considerati come specchi del corpo umano e la pressione che l’esperto riflessologo esercita sulle sue varie zone va ad avere un effetto sui vari organi, sulle ghiandole o addirittura sui sistemi interi. La stimolazione viene eseguita normalmente grazie alla sola pressione delle mani dell’operatore; solo raramente si possono utilizzare dei bastoncini appositi.
La riflessologia plantare è una disciplina olistica; ciò significa che essa considera quindi l’individuo come un prodotto dato dall’unione di più “elementi”, dove risultano essere inscindibili corpo, mente e spirito. Questa disciplina rientra nelle terapie complementari e viene solitamente affiancata alle terapie convenzionali della medicina ufficiale.
Il trattamento che si esegue tramite la riflessologia plantare è adatto a tutte le età, anche perché può aiutare diversi tipi di problemi: può essere utile per alleviare i dolori dovuti al ciclo mestruale ma può anche sciogliere le tensioni causate dall’ansia. Inoltre, è ottima contro reumatismi e artriti, quindi molto indicata anche per le persone più anziane.
La riflessologia è sconsigliata nel caso in cui il paziente soffra di patologie agli arti inferiori (quali flebiti o varicosi) o piede diabetico, verruche e micosi.
La stimolazione non guarisce ma aiuta a riequilibrare i sistemi corporei, “risvegliando” le zone meno attive e calmando quelle eccessivamente attive. Il riflessologo quindi non diagnostica malattie; tuttavia è in grado di riconoscere se sono presenti squilibri in determinati organi o se vi sono tensioni, sia sul piano mentale che su quello emotivo. La riflessologia in generale tende a riequilibrare la persona sotto tutti i punti di vista fisico, emotivo, ma anche e soprattutto energetico.